martedì 11 novembre 2008

IL LIBRO NERO DEL PASSATISMO SPECIAL LUCA VERDONE


FESTIVAL DEL FILM DI ROMA, LUCA VERDONE:




"IGNORANTE LEGARE FASCISMO A FUTURISMO"


«Chi lega il fascismo al futurismo è un ignorante» parola di Luca Verdone, fratello di Carlo, che sul movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti sta realizzando una docu-fiction «Futurismo. Movimento di arte/vita» presentata i nello spazio della Film Commission allestito all'interno del Festival Internazionale del Film di Roma. Un contributo ancora in fase di produzione ma che secondo Verdone avrà anche il compito «di sgombrare il campo da inganni di natura politica che hanno creato fraintendimenti». «Il movimento futurista - ha continuato - non ha nulla a che vedere con il fascismo se non il fatto di averci convissuto storicamente». Partendo dalla vita di Marinetti, la docu-fiction di Verdone dedicherà anche uno spazio al «complesso rapporto» come l'ha definito il regista, tra Mussolini ed il fondatore del futurismo, colui che il 20 febbraio del 1909 firmò il «Manifesto». Quanto a chi oggi si dichiara un moderno futurista come l'autore del «Rosso di Trevi» Graziano Cecchini, Verdone non ha dubbi: «Il futurismo finisce con la morte di Marinetti, tutto il resto è un'invenzione». «Cecchini? Un teatrante, un bravo attore» ha detto.

A nome dei neofuturisti italiani tutt'oggi attivi ci dispiace persino di catalogare il bravissimo Luca Verdone in questo live Libro nero del Passatismo non stop... fratello del più celebre Carlo, uno tra gli attori e cineasti più squisitamente italiani e per fortuna post-realisti, capaci di esprimere cose intelligenti con homour tutto italiano, appunto, degno erede del più grande di tutti, l'Albertone nazionale, il compianto Alberto Sordi, persino sindaco virtuale a Roma per un giorno, a suo tempo. Tra l'altro la boutade del fratello del Coatto (lo diciamo affettuosamente) è simultaneamente futuristissima. Da un lato demolisce l'equazione da cabalisti.. futurismo-fascismo che ha caratterizzato per decenni certa sconcertante pseudocritica ideologica, ancora viva in Italia peraltro, nonostante le revisioni dei vari Salaris, Scudiero, Tallarico, Agnese, Pinottini, Grisi, Benedetto, De Maria, Lista, gli stessi Curi, Bertoni e molti altri. ...Della cui omissione ci scusiamo, perchè tutti -scrostando e purificando certa masochista anche pseudocritica nazionale- restano tutt'oggi esempi di libero pensiero in certa involuzione regressiva della storia e della critica d'arte (e anche parzialmente nelle postavanguardie artistiche ..) in Italia nel secondo novecento.

Tra i molti altri, più o meno noti, uno famoso è certamente Mario Verdone, padre proprio di Carlo e Luca Verdone, specializzato sul cinema futurista... quindi figli d'arte, quasi. Va da sé, la stessa maggiore complessità dell'interfaccia futurismo-fascismo, alla luce della storiografia più recente dei vari Nolte, De Felice, Gentile: ma nel contesto (il Festival ex del Cinema a Roma) non discutiamo certo Luca Verdone per tale omissione, anzi questo aspetto della sua "boutade creativa" dal punto di vista mediatico, come accennato è una grande chiarificazione efficacissima.
Quel che non va è -sempre nello stesso contesto - un medium caldo!- fare il verso ai pappagalli passatisti persistenti dichiarando morto il Futurismo con la scomparsa di Marinetti nel 1944, bollando pure il nuovo futurismo mediatico e pubblicitario (ma non solo, se si è informati, anzi!) di un certo Graziano Cecchini Rosso Trevi, che con un sol gesto clamoroso- il noto blitz alla Fontana di Trevi (colorata di Rosso), un anno fa ha riportato il Futurismo in prima pagina, ecc. (poi le battaglie per il Futurismo dei Diritti Umani, con reportage live trasmessi dalla Birmania da Radio Radicale... non da Santoro o altri zombies rosso antico...). La censura ... di Verdone alla vigilia del centenario è un grave errore. Anche perché proprio il futurismo di Cecchini,il post Fontana Rosso Trevi nei fatti non significano solo -come accennato- il ritorno di certo futurismo neoumanista (al passo con certe revisioni di cui prima e in seguito), ma anche affinità intellettuali non indifferenti di Graziano con ... Vittorio Sgarbi, Oliviero Toscani, (tutti a Salemi-Trapani persino a livello istituzionale), ecc., performance più autentiche e davvero futuriste del duemila magari dello stesso Cattelan (peraltro nientaffatto un bluff!), anche video arte (Cecchini ha partecipato anche a un Video Festival Internazionale con un bel video programmatico sul Futurismo... festival con in scaletta- tanto per informazione- anche un certo Naim June Paick ("la video arte è ispirata dal futurismo", a suo tempo disse forse il più grande dei video artisti elettronici).
Il Rosso Trevi... ha riportato l'attenzione pure su certo neofuturismo del secondo novecento, certamente diverso da quello storico (primo o secondo o... terzo che dir si voglia), successivo alla scomparsa di Marinetti. Neofuturismo attivo..sempre tacito nei critici di cui prima, ma alcuni (Benedetto e Grisi ad esempio), promotori nel secondo novecento anche della continuità del futurismo, con opere, mostre, iniziative e riviste: si pensi alla rivista Futurismo Oggi di Benedetto, attiva da fine anni '60 al 1993, che raccolse tutti i cosiddetti futuristi del/dal secondo dopoguerra fin quasi ai giorni nostri, con nuovi artisti, che stanchi magari di neoposttrans etichette, si accorgevano semplicemente di essere semplicemente futuristi, se non altro perché la miglior verifica quasi popperiana del futurismo come "estetica" possibile degli anni duemila è proprio la nuova era informatica, la nuova net-cultura nascente: Internet... è il regno della Macchina sognata da Marinetti e i futuristi.
E ulteriormente, alcuni proprio prendendo le mosse dall'esperienza di Futurismo Oggi (tra gli aderenti della rivista di Enzo Benedetto.. gli stessi MoMa di New York e il Centre Pompidou di Parigi...), non proprio sconosciuti, tutt'oggi sono promotori di certa dis-coninuità futurista, nuovi scrittori e critici, autori di libri e saggi regolarmente in commercio, finanche noti e assai attivi nel web., con tanto di riviste on line dichiaratamente futuriste. Ci riferiamo ai vari Alessio Brugnoli, Armando Di Carlo, Cosimo Zecchi , Antares, del giro de La Voce Futurista, blog rivista on line (Roma-Milano-Catania, ecc); a... chi scrive (Roby Guerra), ex collaboratore di Futurismo Oggi e Maurizio Ganzaroli, curatori rispettivamente delle riviste on line Futurismo 2009 e del Video Festival The Scientist (Ferrara) - e Sands From Mars, a Giovanni Tuzet (scrittore e saggista - docente alla Bocconi di Milano..), Eugenio Squarcia , Alberto Canetto e altri (futuristi di Ferrara); agli stessi neofuturisti del web di Antonio Saccoccio (Latina, Roma, ecc.); ai vari cosiddetti Transumanisti, Connettivisti ecc. dei vari Schinasi, Cioni; a musicisti d'area futurist quali Massimo Croce (italo-egiziano), INSINTESI (Francesco Andreani De Vito) e Funkman e Klaus D.J (Lecce); a Nuovo Futurismo (Davide Grosso- Roma-Catania); a video artisti o del web (Second Life) quali Giorgio Castelli e Roberto Carraro. E molti altri di cui mi scuso per l'omissione. Tutti artisti e intellettuali futuristi, spesso interfacciati: basta navigare un poco, evidentemente certa cultura ancora dominante in Italia (magari come D'Alema o Fazio) snobba incredibilmente ancora la Rete!
Ebbene: nei fatti il Futurismo in Italia, e non solo, è più vivo che mai, l'unica avanguardia storica ancora attiva. Certamente nella dis-continuità postmoderna; su basi oggi che estraggono dal futurismo storico soprattutto la sua "filosofia" centrale, il Futurismo come arte-scienza, come estetica scientifica d'anticipazione e eretica, estetica peculiare e possibile, tra altre, senza più il dogma dell'ismo, ma nientaffatto un corpo morto. Verdone e altri critici hanno ragione solo su un punto: il Futurismo come movimento è morto nel 1944; ma non come Idea, vettore, estetica possibile degli anni duemila. Perchè sono i fatti a dimostrare le parole, e i fatti esistono! La cultura italiana ha bisogno di ... aggiornamenti, qualsivoglia sistema operativo desideri!
"FIORIRE NON MARCIRE" !