venerdì 27 dicembre 2013

Futurismo, avanguardia italiana dell'anno 2013


2013? quale la vera news per l’arte e la cultura italiana?  Certamente lasciate perdere i principali old media o le principali riviste patinate o paralternative più note d’arte….  Per captare flagranti e sublimi eccezioni nella crisi dell’arte italiana, oltre l’abusata società liquida e le abusate litanie di certa casta culturale, sempre filo assistenzialista e incapace di  fare “change”, di cambiare lo stato delle cose con autonomia e libertà,  trovando sponsor (come si fa all’estero) o con azioni da hackers quasi ma legalissime, al passo con le enormi potenzialità del web, appunto, dalla Rete la vera sorgente d’informazione doc, al massimo i channel official  qualche segnalazione (pur già significativa).
Ma, sia on che off topic,  il rank o trend  almeno in controluce rivelatore, viene dagli Usa: dove il FUTURISMO spopola come non mai in quel del Museo Guggenheim, per la prima volta articolato e promosso almeno nella sua dimensione storica originaria, fino al 1944, con la scomparsa di Marinetti.
E il Futurismo post 1944 (neo) la vera News 2013 per l’arte e la cultura italiana!  Il 2013 ha consacrato, piaccia o meno a storici, giornalisti, addetti alla cultura attardati, ignoranti 1.0 se non in malafede,  anche certa stessa obsoleta prossimità futurista, il ritorno del Futurismo in Italia  senza se e senza ma!  Divenire già in atto fin dal centenario fatidico del 2009…
Solo alcuni fatti molto rilevanti del 2013, il resto basta fare un giro nel web…  Molto rilevanti anche almeno microstoricamente perché hanno già consegnato all’archeologia della criptica d’arte…  certe X che finora avevano sempre penalizzato il fu e oggi rinascente Movimento Futurista storico, oggi, ovviamente, dopo 100 e futur anni, 2.0 e aggiornato, dall’era industriale all’era di Internet. 
Il futurismo di destra?   Balle in gran parte anche storicamente, ora  nel febbraio e nel giugno 2013, due iniziative alla Biblioteca Gramsciana di Ales (Oristano), terra natale di Antonio Gramsci lo confutano definitivamente, rilanciando l’essenza tecnoanarchica e progressista del Futurismo:  chi scrive, in tal senso esplicito,  ha presentato  ”Futurismo per la nuova umanità, Dopo Marinetti ..”(Armando editore) la storia del futurismo post 1944, dimostrandone certa dis-continuità  ben poco discutibile , se certa critica fosse “scientifica” anziché veteroestetologica, incapace di orizzonti e paradigmi on topic semplicemente  alla luce solare degli anni duemila, della necessaria password arte-tecnologia, arte-scienza, come se il computermondo odierno fosse una mera decorazione manieristica.  E successivamente, ancora più programmatico in chiave persino metapolitica, “Gramsci e il 2000…” (La Carmelina).
Il  futurismo solo avanguardia e iconoclasta?  Balle, anche storicamente in parte, ora non più: nell’aprile 2013 a Roma, in collaborazione con l’università..,  il giovane leader del gruppo “nativo digitale” Netfuturismo per eccellenza, Antonio Saccoccio  (Tor Vergata, Roma) ha curato con altri persino un convegno a Roma Capitale, Eredità e attualità del Futurismo, coinvolgendo oltre a tutti i neofuturisti oggi attivi,  da Riccardo Campa a Vitaldo Conte,  da Graziano Cecchini a Antonio Fiore Ufagrà e  chi scrive, a certa stessa new wave elettro-digitale (Stefano Balice e altri), anche critici di fama accademica quali Luigi Tallarico, Massimo Duranti, Miroslava Hayek, Giancarlo Carpi e altri.  Vale a dire, penetrazione ex novo solida e significativa del Futurismo. Non ultimo integrata la pubblicistica, sempre nel 2013, dopo lo stesso Manifesti Netfuturisti del 2011, con il volume “A che serve il denaro? Pound e Marinetti  ……” scritto con  A. Pantano.
Pubblicistica che sempre nel 2013  evidenziano lo stesso Riccardo Campa, transumanista e docente di sociologia della scienza a Cracovia in Polonia,  con il suo “Trattato di Filosofia futurista” (Avanguardia 21, Roma, e pagine anche sul neo futurismo contemporaneo), opera che lo stesso Luciano De Maria attendeva da decenni… e il superdinamico e attivissimo Vitaldo Conte/VitalDix, con numerose azioni performative e – quest’anno, dopo (2011 e 2012) i vari “Pulsional Gender Art” e “Pulsional Trans Art” (Avanguardia 21 e Gepas edizoni) anche “Pulsional Ritual” (Gepas) con lo stesso filosofo Giovanni Sessa.
Ulteriormente, il 2013 segna il decollo della new wave più giovane, elettronica, rumorista e vaporizzatrice del MAV, tecnoanarchici futuristici, i vari Stefano Balice, Tommaso Busatto,  Massimiliano Scordamaglia,  Fabio Rosho, Laika FacSimile (Video) e  altri e la MAV records: netproduzioni oltresonore e oltreartistiche 2.0  doc, giovani ex novo clono magari della/dalla grande elettronica sperimentale anni 70, Kraftwerk, Schulze, Tangerine Dream, lo stesso Lou Reed del leggendario Metal Machine Music (1975!), dall'avanguardia storica di Russolo e Pratella, futurando.. anche post Stockhausen e John Cage, eccetera.
Inoltre, da segnalare anche, con lo stesso Sessa (Scuola romana di Filosofia politica, area Univ. La Sapienza), protagonista  con il poeta e filosofo Sandro Giovannini, anche la news urfuturistica collettiva (nell’ambito del progetto Nuova Oggettività) “Al di là della destra e della sinistra….”, ala  per così dire romantronica  e neotradizionale ma 2.0… del nuovo movimento futurista. 
Infine, ma cronologia 2013 solo qua essenziale, minima, lo stesso Vitaldo Conte, anche poeta totale dagli anni 80, alla Spatola o Pignotti, in questi mesi sempre a Roma, come artista non a caso nella retrospettiva florilegio dedicata a un certo Enrico Crispolti, noto esperto “storico” del futurismo.
Ecco, Crispolti, come lo stesso Giordano Bruno Guerri e altri (gli stessi Renato Barilli e Vittorio Sgarbi) attenti anche – come veri scienziati dell’arte (e non da salotti alla Baumann) al divenire contemporaneo del futurismo ( doveroso segnalare anche sempre dagli Usa, l’intervista al neofuturista transumanista Stefano Vaj, pubblicata recentemente sul magazione di Humanity +,” hPlus”,  sul futurismo  –storico e contemporaneo-  della volontà….. ).  
Un futurismo libertario e rivoluzionario ancora troppo perturbante, come accennato, in Italia per certi addetti ai lavori, come direbbe Battiato, da pensionare o rottamare se proprio vogliono fare gli struzzi: figure mica banali, sia ben chiaro, ma eppur si muove….  Vale a dire gli stessi Salaris e Echaurren, regrediti o meglio cristallizzati ormai su revisionismi da collezionisti immensi ma parmanidei per intenderci…  quasi traumatizzati dalla semplice Realtà di certa continuità del Futurismo del duemila (mica discutono comparativamente il valore estetico e sociale del nuovo futurismo, sarebbe dialettico e legittimo, né  i neo futuristi rivendicano chissà quale superiorità concettuale, semplicemente, come esistono i neodarwinisti… esistono – e non potrebbe essere altrimenti dopo 100 anni – i  neo futuristi!).  Oppure, vano rimuoverlo, figure pur non banali ma anche manieristiche, come Sylos Labini, Francesca Barbi  e altre più avvezze agli old media…., seminostalgiche almeno…  idem fanno gli struzzi, per inerzie estinte ideologiche alla rovescia!!!
Ma come direbbero Marx e Rimbaud, la storia va avanti e il mondo è da cambiare, anche se sempra im-probabile nell’era del default…  Replay docet:  esistono i Neodarwinisti nell’anno 2013, esistono i Neo Futuristi!

Roby Guerra

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