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domenica 5 luglio 2009

Il BAMBINO CHE SOGNAVA LA FINE DEL MONDO (A.Scurati) recensione di Roberto Guerra


from Spigolature- Spigoli&Culture Magazine on line

Antonio Scurati, Il bambino che sognava la fine del mondo, Milano, Bompiani, 2009, pp. 295, € 18,00 Recensione di Roberto Guerra
L’ancor giovane talento della nuova literary made in Italy, Antonio Scurati (40 anni) con l’apocalittico-imtegrato-dis-integrato Il Bambino che sognava la fine del mondo forse confeziona il vertice della sua pur aurorale vita letteraria.
Il libro infatti è perturbante: apparentemente, come spesso recensito, una metafora della nuova era mediatica esecrata come serial Killer quasi dell’Età perduta d’oro supposta precomunicazione di massa: un golem elettronico, anzi un demone, come si dilata via via l’atmosfera delle pagine, postmoderno, capace di mixare come una strega quasi transgender. Reale/Virtuale dei fatti e delle notizie sui fatti allo scopo di allucinare tutti i protagonisti e la Comunità, intesa qua in senso quasi Organico, sociologico...
“Correte. Mio padre sta uccidendo mia madre”. La telefonata arriva alla stazione di polizia alle due del mattino. A farla è un bambino biondo con due grandi occhi blu che fissano il vuoto. Naturalmente non è vero, ma come un sogno rivela spesso la Cura, a volte nella dimensione letteraria la cifra estetica si rivela nelle prime Vocali e i Primi Sogni di un fanciullo, posseduto dal desderio della Fine del Mondo.... Non amiamo discorrere di libri in modo lineare, quindi ci limitiamo a brevi accenni tecnici: Molti anni dopo, una city del Nord è Teatro di violenze sull’Infanzia: sono i bambini stessi, biondi e occhi blu come nel Villaggio dei Dannati della fantascienza a denunciare le vicende. Psicosi e sospetti a catena come una reazione nucleare in scala dilagano in tutta la Nazione (Italia): finché un Intellettuale, un Professore, incaricato non dalla Polizia, ma da un grande network cartaceo (leggi Quotidiano), prova clamorosamente a decifrare gli Eventi, trasmutati quasi da cronache della degenerazione biologica della Razza degli Adulti verso la Razza dei Bambini a oscuri ma tangibilissimi Disegni di Lucifero....
Il libro è perturbante perché antibuonista e probabilmente per combinatorie casuali di Logica del Senso del Sogno dell’Archetipo e tutti al plurale-contaminati come tutti i protagonisti, effetti aperti e in libertà imprevisti forse allo stesso scrittore. Tra Demian di Herman Hesse, il Piccolo Assassino di Bradbury, il Villaggio dei Dannati di cui prima, e -forse unico neo ...- certa cronaca ristampata direttamente nel Libro senza filtri più complessi (ma lo scrittore è anche giornalista- deformazione professionale) più che i Media pretesi come Entità Aliena criminosa verso le vittime umane contemporanee, il fascino del Libro risiede nella luciferina capacità dei... Bambini di vedere e parlare in trasparenza smascherando gli Adulti neppure Re Nudi, ma Automi senza plastica... come l’esoscheletro di Terminator!
Il titolo è la password: l’archetipo del Fanciullo Divino ricorrente in certa Fiction letteraria o realismo magico, ora in senso narrativo-letterale... Mentre certa simbiosi Media-Mutazione-Infanzia-Valori-Nuovo (Bambini) Vecchio (Adulti) è flusso narrativo autoreferente, ordigno poetico telecomandato: Sognare la fine del Mondo, appunto sognare nel bambino non è un Delirio... ma l’Illuminazione magari, invisibile, ultratenue in un giorno d’eclisse, di nuove aurore inedite, sconosciute, senza parole, senza neppure numeri, travolgenti e entusiasmanti. Il gesuitico Professore non aveva nulla da scoprire e risolvere: tutto era già nel Primo sogno del baby Demian. Virtuale o Reale i Padri da sempre nel Vecchio Mondo comunque “ammazzano”... le Madri... e gli Adulti “torturano” i Bambini. E’ la Legge di Darwin: il Vecchio si oppone miticamente al Nuovo che viene alla Luce...
Ma... grazie ai Media-specchio dell’inconscio collettivo tecnologico del nostro tempo, bambini e popolo catodici lo sanno d’istinto: perciò preferiscono guardare le Veline (e Striscia le Notizie...) o i Cartoons Made In Japan/Manga/Anime (l’Arte della Guerra o dell’ Eroe...), strategie postumane ormai per la sopravvivenza secondo non Natura, ma Natura+Macchina... Il Professore, no, non lo sa, è privo, in quanto Adulto, in quanto Professore (ovvio, nel gioco del riduzionismo letterario...) del Nuovo Istinto, deve distinguere tra falso e vero, gira a vuoto... Il Bambino biondo, invece, sogna la fine del mondo: al mattino si Risveglia e il Mondo gira non a vuoto ma attorno al Sole! Da tale combinatoria forse il fascino paradossale e luciferino del Libro...

La scheda di Roberto Guerra